In questi giorni certamente non facili per l’Italia, i giornali e i telegiornali citano in continuazione temi come la crescita dello spread, il Decreto Cura-Italia, l’ombrello BCE. Ma nel concreto, cosa succede quando il virus colpisce anche la cassa di un’azienda? Il nostro Gianmarco Paglietti, con la gentile collaborazione della dottoressa Lorena Ponti, socia fondatrice di PeR consulting, hanno fatto un po’ di chiarezza.

I termini della crisi

Emergenza-virus, spread in crescita, volatilità dei mercati di borsa, ombrello BCE, Decreto Cura-Italia: sono questi i termini più ricorrenti con cui, ogni giorno, operatori di mercato e imprenditori devono fare i conti.

Siamo di fronte a una sorta di “cigno nero”, per riprendere il titolo di un fortunato saggio di Nassim Taleb che, anni fa, ci ammoniva dicendo che “basta un solo evento inaspettato per demolire certezze e schemi consolidati da secoli”.  In effetti, quanto sta accadendo in questi giorni sembra volerci confermare che è l’inaspettato a governare le nostre vite e l’improbabile a determinare i grandi passaggi storici.

L’emergenza-virus è piombata improvvisa e imprevedibile – quanto meno nelle dimensioni del fenomeno e negli effetti dirompenti che ha avuto – nella vita economica e sociale delle ultime settimane. Ricordate? Sembra un secolo ma è passato poco tempo da quando si discuteva di codice della crisi, di nomine degli organi di controllo, di indici di allerta, di rinvio dell’entrata in vigore della normativa per le aziende più piccole.

In effetti, nonostante l’aggravarsi dell’emergenza e nonostante i diversi interventi d’urgenza assunti dal Governo, restano comunque intatte le nuove norme del Codice Civile che hanno accentuato la responsabilità in capo ad amministratori e sindaci circa la verifica degli adeguati assetti organizzativi, la predisposizione di piani per il monitoraggio e la conservazione del patrimonio sociale.

Le nuove misure da adottare

Sicuramente l’emergenza non rende facile il compito dei vertici aziendali. Cosa devono fare, nello specifico, amministratori e sindaci in questa fase di crisi pandemica?

Dal punto di vista delle responsabilità, l’impegno principale è il monitoraggio puntuale e continuativo dell’andamento aziendale anche attraverso l’individuazione dei presumibili effetti della crisi e la definizione degli strumenti in grado di garantire, al contrario, la continuità aziendale.

Fondamentale, ancor più in questa fase, appare il monitoraggio costante della disponibilità dei flussi finanziari. Sono, infatti, le tensioni finanziarie di breve periodo a preoccupare maggiormente: se viene meno la liquidità, sia pure per motivi contingenti, anche le aziende sane e robuste possono ritrovarsi improvvisamente in una situazione di crisi grave. Ciò vale soprattutto per quelle aziende strette tra committenti (magari di grandi dimensioni) che non pagano nei tempi stabiliti merci e servizi e fornitori di materie prime o beni intermedi fondamentali che, al contrario, bloccano le forniture se non si è in regola con i pagamenti.

Sono i classici casi di scuola in cui il cosiddetto capitale circolante pesa sempre più sull’azienda, assediata tra tempi di pagamento delle forniture sempre più stringenti e tempi di incasso dalla clientela sempre più dilazionati.

Proprio per far fronte a questa situazione potenzialmente esplosiva, il Governo a livello centrale, Regioni e Camere di commercio a livello territoriale, hanno varato o stanno varando misure finalizzate a interrompere questo circolo vizioso e a garantire alle aziende e ai professionisti l’ossigeno necessario a superare la fase peggiore dell’emergenza.

Tra le misure urgenti già emanate dal Governo possiamo ricordare:

  • potenziamento del Fondo centrale di garanzia per le PMI, con la garanzia dello Stato, per i prossimi 9 mesi, su prestiti fino a 5 milioni di euro finalizzati a investimenti e ristrutturazioni di situazioni debitorie,
  • rinvio al 31 maggio dei versamenti su ritenute, Iva annuale e mensile, contributi previdenziali e Inail per le imprese, i professionisti e i lavoratori autonomi con ricavi inferiori ai 2 milioni di euro e per quanti operino nei settori maggiormente colpiti dalla crisi,
  • credito d’imposta nella misura del 60% dell’ammontare del canone di affitto, relativo al mese di marzo, per gli esercenti di negozi e botteghe,
  • credito d’imposta nella misura del 50% delle spese di sanificazione degli ambienti e degli strumenti di lavoro fino a un massimo di 20.000 euro,
  • bonus da 100 euro per i lavoratori dipendenti, pubblici e privati, con reddito complessivo non superiore a 40.000 euro, che continuino a prestare servizio nella sede di lavoro nel mese di marzo 2020,

Inoltre, è consentito alle società di rinviare le assemblee per l’approvazione del bilancio 2019 e per le nomine dei CdA fino alla fine del prossimo luglio, se le adunanze sono in seconda convocazione, oppure a fine giugno per la prima (o unica) convocazione. La data utile di approvazione passa dunque dai canonici 120 giorni dalla chiusura dell’esercizio previsti dal Codice Civile a 180, anche in deroga agli statuti. La norma vale per tutte le società, quotate e no, private e pubbliche. Sono incluse anche cooperative e mutue assicuratrici.  Inoltre, la massima n.187 del Consiglio Notarile di Milano permette lo svolgimento di CdA ed Assemblee in audio-conferenza anche in caso di mancata compresenza di Presidente e Segretario.

Qualche consiglio per le aziende

Certamente, se l’azienda è sana, robusta nella generazione di cassa e gode della longevità di un prodotto forte sul mercato, gli effetti negativi di questo momento potranno essere mitigati dalle misure straordinarie del Governo; viceversa, per le aziende più gracili, in affanno costante dal punto di vista dei flussi finanziari, è probabile che gli effetti siano molto minori.

Indipendentemente dallo stato di salute dell’azienda, è comunque fondamentale, in questo momento, che l’organo amministrativo, di controllo e il revisore adottino tutte le misure in grado di monitorare l’andamento della società e garantire la continuità aziendale, adottando piani di cassa che tengano conto fin d’ora dei primi (anche solo potenziali) effetti dell’emergenza-virus.

Gli amministratori dovranno, ad esempio, richiedere l’aggiornamento del budget già approvato e verificare l’impatto che le minori vendite avranno in termini economici e patrimoniali. Qualora l’impatto fosse tale da determinare una riduzione del capitale per perdite, amministratori e sindaci dovranno agire senza indugio per trovare soluzioni di salvaguardia dell’azienda. Questa verifica permetterà di identificare il quadro complessivo del fabbisogno finanziario e, nel breve periodo, di definire il punto di equilibrio tra tempi di incasso, pagamento e ricorso agli strumenti previsti dal Decreto Cura Italia.

Il Consiglio di Amministrazione è poi chiamato a vigilare, insieme agli organi di controllo, sull’adozione delle nuove straordinarie misure per la tutela della sicurezza della salute dei lavoratori e, su questo aspetto, è già stata richiamata l’esigenza di adeguare i modelli di valutazione dei rischi.

Come per ogni altro tipo di rischio, l’aggiornamento del cosiddetto DVR ovvero il documento di valutazione dei rischi e delle procedure dovrebbe prevedere fin d’ora le misure individuate per azzerare o ridurre al minimo il rischio sanitario per il lavoratore. Per attuare tali modifiche sarà necessario coinvolgere il medico competente.  Si dovrà inoltre prevedere la formazione per i lavoratori sia per mettere in atto le procedure sia per utilizzare i dispositivi di protezione eventualmente individuati e da utilizzare sul posto di lavoro.

L’auspicio è che l’attività di informazione e di divulgazione, svolta dal sistema camerale e da molti professionisti per far comprendere alle imprese le novità del nuovo codice della crisi, abbia offerto un supporto importante, in questa fase, per le molte aziende che hanno già adottato i nuovi strumenti di monitoraggio, implementato un sistema di controllo interno più attento alle dinamiche dei flussi di cassa, adottato un action plan per il mantenimento della continuità aziendale. Chi ha già intrapreso questo percorso, si ritroverà oggi con gli strumenti necessari a gestire giorno per giorno l’incertezza determinata da questa fase di emergenza.

 

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Articolo del 19 marzo 2020