
Accedere ai capitali è oggi uno dei principali fattori che determinano la capacità delle imprese di crescere e restare competitive, soprattutto in ambiti chiave come innovazione, sostenibilità e digitalizzazione.
Tuttavia, il credito bancario tradizionale è in contrazione: secondo la Relazione Annuale di Banca d’Italia 2025, nel 2024 i prestiti alle imprese sono diminuiti del 2,6%, con un –6,8% per le piccole imprese (fonte: Banca d’Italia).
In questo scenario, la Finanza agevolata rappresenta un’alternativa strategica: un insieme di strumenti finanziari messi a disposizione da istituzioni europee, nazionali, regionali e locali per sostenere gli investimenti aziendali.
Contributi a fondo perduto, finanziamenti agevolati, crediti d’imposta e garanzie pubbliche offrono opportunità concrete, ma richiedono conoscenze specifiche. E proprio perché la materia è complessa e in continua evoluzione, è fondamentale conoscerne i concetti base, così da orientarsi tra le misure disponibili e sfruttarne appieno i vantaggi.
Nei paragrafi che seguono riportiamo una guida sintetica ai concetti principali della finanza agevolata, composta da
- una sezione relativa alle fonti di derivazione delle risorse disponibili;
- un piccolo glossario sulla terminologia tecnica da conoscere per un approccio efficace alla materia.
Le fonti della finanza agevolata
La finanza agevolata non si basa su una sola fonte, ma su un insieme di risorse provenienti da diversi livelli: europeo, nazionale, regionale locale e, in alcuni casi, da piani straordinari.
Esistono poi fonti private, generalmente gestite da Fondazioni e rivolte principalmente al terzo settore.
È importante comprendere questa differenziazione poiché ciascuna fonte ha obiettivi specifici, regole proprie e modalità differenti di accesso.
La fonte comunitaria
A livello europeo, la principale fonte di risorse è costituita dai cosiddetti Fondi Strutturali, che rappresentano l’impalcatura fondante della programmazione comunitaria.
Tra questi spiccano il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), destinato a sostenere l’innovazione, la digitalizzazione e la competitività dei territori, e il Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+), orientato alla formazione, alle politiche attive per il lavoro e all’inclusione sociale.
Attenzione: non si tratta però di fondi a cui le imprese possono accedere in “maniera diretta”, ma che vengono gestiti attraverso specifici Programmi Nazionali e Regionali e tradotti poi in bandi e misure a cui possono accedere le aziende. I bandi che derivano da questi fondi sono infatti i cosiddetti bandi a gestione indiretta.
Sempre a livello comunitario esistono fondi da cui derivano invece i cosiddetti bandi a gestione diretta, cioè quelli gestiti direttamente a livello comunitario e a cui le imprese possono fare richiesta in modo appunto “diretto”. Si tratta per la maggior parte di agevolazioni sempre afferenti ai temi dell’innovazione, della digitalizzazione e dell’ambiente, ma di respiro europeo e che richiedono partenariati composti da soggetti (imprese, università, etc.) provenienti da diversi stati membri UE. Tra questi, a titolo di esempio si annoverano il l’Horizon Europe, il più grande programma europeo per la ricerca e l’innovazione, il LIFE Programme, e cioè il principale strumento per l’ambiente e il clima, che finanzia progetti su economia circolare, efficienza energetica, transizione verde, e il Creative Europe che sostiene cultura, audiovisivo e industrie creative.
Le fonti nazionali e regionali
Accanto alle risorse comunitarie, ci sono i cosiddetti Fondi Nazionali, stanziati cioè dallo Stato con risorse proprie o risorse che rappresentano un mix tra risorse nazionali, comunitarie e private, per supportare le imprese nei loro progetti di crescita e stimolare lo sviluppo dei territori.
Tra questi i Fondi di maggiore rilievo e interesse per le realtà imprenditoriali sono quelli promossi e gestiti a livello ministeriale dall’attuale Ministero delle Imprese e del Made in Italy, tra cui i più conosciuti sono ad esempio la Nuova Sabatini o i crediti d’imposta per la Transizione 4.0 e Transizione 5.0 destinati ad investimenti in beni strumentali ed efficientamento energetico piuttosto che i fondi gestiti da Simest e diretti a supportare le imprese nei processi di internazionalizzazione e apertura in mercati esteri[8].
Un ruolo centrale lo giocano le Regioni, che non solo gestiscono una parte consistente dei fondi europei attraverso i cosiddetti Programmi Regionali (PR), ma spesso attivano anche bandi con risorse proprie per rispondere alle esigenze specifiche dei territori. Il livello Regionale, così come quello locale (ad esempio le Camere di commercio) si caratterizza per fare propri i macro-obiettivi comunitari, es la digitalizzazione, la tutela dell’ambiente, etc., ma anche e soprattutto per sostenere i settori caratteristici e strategici dei propri territori. A titolo di esempio nelle Regioni a maggiore vocazione turistica saranno adottate misure di interesse per questo settore, mentre dove maggiore è l’importanza per l’industria le agevolazioni saranno fortemente mirate verso investimenti in beni strumentali.
Le fonti straordinarie
Negli ultimi anni si è aggiunto un ulteriore capitolo: quello dei Fondi Straordinari. Tra questi spicca il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), che rappresenta una delle più grandi fonti di investimento pubblico a disposizione dell’Italia. Grazie alle risorse messe a disposizione dall’Unione Europea nell’ambito di NextGenerationEU, il PNRR sostiene ambiti cruciali come la digitalizzazione, la transizione ecologica, la mobilità sostenibile, l’istruzione e la sanità.
Si tratta di una fonte temporanea, che ha trovato la sua ragion d’essere come risposta alla crisi derivante dalla pandemia Covid 19, e che per tanto non troverà una continuità a seguito del suo ciclo di vita.
In sintesi, la finanza agevolata è un sistema multilivello, in cui Unione Europea, Stato, Regioni e Istituzioni Locali concorrono a costruire un sistema di strumenti agevolativi a supporto dell’economia. Sapere distinguere tra le diverse fonti significa quindi poter scegliere lo strumento più adatto alle proprie necessità, evitando di disperdere energie e aumentando le possibilità di successo.
Un piccolo glossario sulla Finanza agevolata
La finanza agevolata utilizza un linguaggio tecnico proprio che, se non conosciuto almeno nei concetti base, può causare incomprensioni e soprattutto la perdita di concrete opportunità di accesso alle agevolazioni.
Di seguito riportiamo un glossario sintetico con i concetti indispensabili da conoscere per orientarsi meglio tra le agevolazioni.
Aiuti di Stato
Secondo l’art. 107 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), gli aiuti di Stato sono in linea di principio vietati, perché possono distorcere la concorrenza e incidere sugli scambi tra gli Stati membri. Esistono comunque delle eccezioni, tra cui il Regolamento De Minimis e il Regolamento di esenzione GBER.
Regime De minimis
Il regime de Minimis disciplina la possibilità da parte di istituzioni pubbliche di erogare a imprese sostegni finanziari “di piccola entità” e che si presume per tanto non siano distorsivi della concorrenza sul mercato. Con il nuovo Regolamento 2023/2831/UE, che sostituisce il regolamento 1407/2013, è stato innalzato a 300.000€ il massimale di aiuti in “de minimis” che ciascuna impresa può ottenere nel corso di tre anni.
Regolamento di esenzione GBER (General Block Exemption Regulation)
Il Regolamento GBER, come modificato Regolamento (UE) 2023/1315, disciplina la possibilità per le imprese di ottenere sostegni finanziari da istituzioni pubbliche, ma soltanto nell’ambito di specifiche categorie di intervento (es. aiuti alle PMI, ricerca e sviluppo, ambiente, formazione, sviluppo regionale) e nel rispetto di precise intensità di aiuto stabilite. Diversamente dal de minimis, il GBER non impone quindi un tetto massimo di contributi che si possono ricevere in un determinato arco temporale, ma consente di accedere a importi più elevati, purché l’intervento rispetti i requisiti fissati dal regolamento.
Misure a carattere generale
Le misure a carattere generale sono interventi pubblici che non rientrano nella disciplina degli aiuti di Stato perché sono accessibili a tutte le imprese senza distinzioni settoriali, territoriali o dimensionali. Poiché non favoriscono specifiche imprese o gruppi, non comportano quindi un vantaggio selettivo né una conseguente distorsione della concorrenza. A titolo di esempio tra queste misure rientrano i crediti di imposta del Piano transizione 4.0, che appunto è un intervento a beneficio di tutte le imprese residenti in Italia, indipendentemente da settore, dimensione o localizzazione geografica.
Cumulo
Il cumulo è la possibilità di combinare diverse forme di sostegno pubblico su un unico progetto, finanziando sia differenti costi dello stesso intervento, sia diverse quote del costo di un singolo bene. È però fondamentale rispettare sempre le regole di cumulo previste dalle normative vigenti e da ciascun bando/agevolazione che si intende cumulare, sia assicurarsi che l’ammontare totale delle agevolazioni non superi mai il 100% della spesa effettivamente sostenuta dall’impresa.
Divieto di Doppio Finanziamento
Il principio sancisce che il medesimo costo di un intervento non possa essere agevolato due volte a valere su fonti di finanziamento pubbliche, anche di diversa natura.
Registro Nazionale Aiuti di Stato (RNA)
Il Registro Nazionale degli Aiuti di Stato è la banca dati ufficiale gestita dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) che raccoglie tutte le agevolazioni pubbliche concesse alle imprese italiane sotto forma di aiuti di Stato. Il Registro ha la funzione di garantire la trasparenza e la tracciabilità degli aiuti erogati.
Dimensioni aziendali
Le Dimensioni aziendali sono un parametro da tenere in considerazione poiché determinano se un’impresa può accedere ad un’agevolazione o l’aliquota dell’agevolazione che questa può richiedere. La valutazione della dimensione aziendale è fornita dai parametri della Raccomandazione 2003/361 della Commissione UE la quale definisce: i parametri per essere classificate come imprese Micro, Piccole o Medie; le condizioni affinché l’impresa sia considerata Autonoma, Collegata o Associata.
Contributo a fondo perduto
E’ una forma di agevolazione pubblica che consiste nell’erogazione di una somma di denaro senza obbligo di restituzione da parte dell’impresa beneficiaria. Il contributo a fondo perduto può essere: in conto capitale, se erogato a fronte di un investimento; in conto interessi, se erogato per abbattere i tassi e quindi i costi di un finanziamento bancario; in conto esercizio, se erogato per supportare costi correnti legati alla gestione aziendale.
Finanziamento agevolato (o tasso zero)
Prestito concesso a un’impresa a condizioni più vantaggiose rispetto a quelle di mercato o a tasso zero.
Credito d’imposta
Agevolazione di natura fiscale che consente alle imprese di maturare un credito verso lo Stato e di recuperare attraverso compensazione una parte delle spese sostenute per le attività oggetto di agevolazione.
Garanzia agevolata
Agevolazione caratterizzata dalla concessione, a titolo gratuito o a un prezzo inferiore a quello di mercato, di una garanzia sul finanziamento a favore degli intermediari finanziari e a beneficio delle imprese.
Mix o combinazione di strumenti
E’ comune che le agevolazioni si compongano di uno o più strumenti finanziari, ad esempio Finanziamento agevolato e fondo perduto o altro ancora.
Conclusioni
La finanza agevolata non è un tema marginale nella finanza d’impresa, ma una leva strategica che può incidere profondamente sui percorsi di crescita e sviluppo. Conoscere le fonti e i concetti chiave è il primo passo per orientarsi tra normative e strumenti in continua evoluzione e per accedere con maggiore successo alle tante opportunità messe a disposizione.
In questo contesto, Innexta, su mandato di Unioncamere, ha sviluppato il Portale Agevolazioni, il nuovo servizio camerale gratuito a supporto delle imprese per conoscere e accedere con successo alle agevolazioni pubbliche.
Jacopo Chiari
Area “Progetti Speciali e Servizi di finanza digitale”
Innexta