Uno dei problemi centrali emersi con l’emergenza-Covid 19 è garantire la liquidità delle imprese che, ora più che mai, sono spesso alle prese con difficoltà nell’incasso delle fatture. Esistono soluzioni Fintech al problema? Ne abbiamo parlato con Fabio Bolognini e Matteo Tarroni di Workinvoice, una delle prime e principali piattaforme di invoice trading italiane.

 

Le recenti misure introdotte dal Governo per sostenere le imprese durante e dopo la fase più acuta dell’emergenza-Covid 19 sono state basate, sotto il profilo finanziario, sul ricorso ai tradizionali finanziamenti bancari con garanzia diretta o indiretta del Fondo centrale di garanzia o di SACE.
Poco o nulla si è detto del ruolo che possono giocare gli operatori Fintech. Una dimenticanza o una ancora scarsa considerazione di questo mercato?

Nella fretta di mettere in atto misure di emergenza per fornire liquidità alle imprese si è pensato ovviamente al sistema bancario e a strumenti già utilizzati (la moratoria ABI, la garanzia del Fondo Centrale). Forse, data l’urgenza, ci si è dimenticati del livello ancora limitato di digitalizzazione del sistema bancario che avrebbe potuto trasformarsi in un collo di bottiglia, come sta avvenendo in parte. Un problema che si sarebbe forse potuto limitare con il sistema Fintech, che ha sempre visto nella velocità dei tempi di risposta un vantaggio competitivo.

 

Il cosiddetto invoice trading – che tradotto in italiano è la cessione di fatture – potrebbe rappresentare uno strumento fondamentale in questa fase di crisi di liquidità per le imprese?

Noi pensiamo che lo sia e abbiamo fornito ampie dimostrazioni di quanti miliardi di euro arriverebbero con l’ampliamento degli strumenti di erogazione della liquidità anche al credito commerciale, attraverso la cessione di crediti e piattaforme di invoice-trading come la nostra. Aggiungo un punto ulteriore: finanziare attraverso la cessione delle fatture solo le imprese che effettivamente ripartono e nella misura in cui ripartono avrebbe non pochi vantaggi nell’allocare i fondi e le garanzie solo a chi servono davvero.

 

Stando ai numeri diffusi dai media, il mercato italiano è ai primi posti in Europa come volumi intermediati. Questi numeri sono una fotografia fedele della realtà? È così ampia la disponibilità di capitali a disposizione delle imprese?

I numeri dell’invoice-trading italiano sono ottimi, crescono rapidamente e sono una funzione di tre fattori: la domanda proveniente dalle PMI, i tempi lunghi di pagamento in Italia e il gradimento di investitori istituzionali che hanno mostrato grande interesse per questa nuova asset class.

 

Come funziona, nel concreto, una piattaforma di invoice trading?

Con pochi passi: le imprese che vogliono cedere crediti per ottenere liquidità si registrano online in pochi minuti, trasmettono, online, le informazioni sui crediti e sui clienti da cedere oltre alla documentazione societaria, ricevono assistenza dai nostri specialisti e, se tutto va bene nell’analisi del rischio, in pochi giorni firmano un contratto e sono in grado di offrire i crediti agli investitori e ottenere liquidità.

 

Perché un’impresa dovrebbe rivolgersi a un operatore Fintech anziché a una società di factoring o a una banca?

Rispetto alla banca ci sono differenze notevoli: la banca anticipa e non smobilizza, la banca carica l’operazione in Centrale Rischi, non cura l’incasso e se l’incasso non arriva fa l’addebito sul conto corrente dell’impresa. Risultato: aumento del debito e nessuna protezione dal rischio di mancato pagamento.

Nel confronto con il factoring pro-soluto la principale differenza risiede nella flessibilità: sulla piattaforma di invoice-trading l’impresa non deve impegnarsi a cedere tutte le fatture verso un cliente per due anni, ma solo quelle che ritiene di avere bisogno di cedere. Inoltre paga solo quando utilizza la piattaforma per vendere e non ci sono segnalazioni in Centrale Rischi per chi cede o per il cliente-debitore.

 

Può farci una fotografia dell’imprenditore tipo che si rivolge alla vostra piattaforma? È un imprenditore smart, esperto di tecnologie digitali?

Non necessariamente. Abbiamo clienti di ogni dimensione, settore, tipologia di attività e preparazione finanziaria o tecnologica. La caratteristica che li accomuna è il desiderio di trovare una soluzione veloce, comprensibile nei costi e più conveniente del chiedere al proprio cliente di anticipare il pagamento.

 

Un imprenditore deve fornire garanzie per poter accedere ai capitali dei vostri investitori?

Il credito commerciale, attraverso la cessione notificata via PEC, è l’unica garanzia che gli investitori richiedono. Null’altro. Naturalmente il credito deve essere certo ed esigibile e noi facciamo controlli accurati sui documenti.

 

E se alla fine del percorso il committente non paga che succede?

L’operazione pro-soluto implica che se a scadenza il cliente/committente non paga per difficoltà finanziarie, o a causa di una procedura concorsuale, la perdita è sopportata dall’investitore. Il fornitore non deve restituire l’acconto (del 90% nel nostro caso) che ha ricevuto al momento della cessione.

 

Uno dei problemi principali della cessione delle fatture sono le clausole poste dai committenti che vietano la cessione del credito a terzi. In questa fase di emergenza, simili clausole potrebbero essere un vero e proprio capestro per aziende in difficoltà con la liquidità. Non si è fatto nulla per ovviare al problema?

Abbiamo richiesto in passato più volte come operatore di invoice-trading e come associazione ItaliaFintech l’abolizione della possibilità di divieto della cessione, che oltretutto non comporta alcun onere per lo Stato. In questo momento di emergenza lo stiamo nuovamente richiedendo, insieme all’estensione delle garanzie al credito commerciale e vediamo che la proposta sull’abolizione del divieto è arrivata da più parti.

 

In questo momento si sente parlare molto anche di reverse factoring e dynamic discounting come soluzione per la possibile crisi di liquidità dei fornitori nell’ambito delle filiere. Gli anglicismi non aiutano la comprensione. Ci può spiegare in due parole quali sono le differenze tra i diversi strumenti che riguardano la cessione (e l’anticipo) delle fatture?

Reverse factoring e dynamic discounting sono due tecniche di smobilizzo dei crediti che partono dalla volontà del debitore-acquirente di offrire soluzioni di finanza ai suoi fornitori. Quindi si inquadrano giustamente nel credito di filiera. La principale differenza tra le due forme è che nella prima, il reverse factoring, i fondi per l’acquisto dei crediti sono apportati da un factor o da un investitore, mentre nella seconda, dynamic discounting, è il capo filiera che usa la propria liquidità per anticipare il pagamento in cambio di sconti commerciali.

 

Se lei dovesse proporre una misura di intervento, a livello nazionale, a supporto delle imprese per la liquidità, cosa proporrebbe?

Nel pieno della crisi covid-19 noi pensiamo che sia importante che le medie e grandi imprese proteggano e stabilizzino i propri fornitori, soprattutto i più piccoli che sono strategici sul piano della qualità. Utilizzare piattaforme fintech per supportare i fornitori è molto semplice e consente di raggiungere velocemente proprio tutti i piccoli fornitori. Le molte medie imprese che godono di ottima salute ci stanno pensando e noi siamo pronti.

 

Le Camere di commercio sostengono l’accesso al credito delle imprese con diversi strumenti. Dovesse proporre uno strumento innovativo che riguardi il Fintech, a cosa penserebbe?

Crediamo che la finanza per le imprese sia gestita bene se si utilizzano vari strumenti tra cui quello che noi offriamo, ma non solo. La combinazione di più soluzioni che si rafforzano una con l’altra e la collaborazione tra canale bancario e canale fintech è forse lo sviluppo più interessante nell’interesse delle imprese.

 

Esprima un desiderio che vorrebbe realizzato entro l’aprile 2021…

Avere quasi dimenticato questo dramma sanitario e conservato le buone lezioni di solidarietà. Tra le quali, sul piano professionale, auspico anche che le imprese collaborino in modo più stretto e trasparente e una finanza moderna che le sappia accompagnare con soluzioni efficaci come nel resto d’Europa.

 

 

Intervista del 30 aprile 2020